mercoledì 2 ottobre 2013

LETTERA AL CAPITANO

Una strana contrattura al mio quadricipite mi ha tenuto a bordo campo per un paio di settimane. Ma finalmente lunedì sera è arrivato il momento di ritornare ad allenarmi.

Arrivo al campo, mi cambio ed iniziamo con i soliti esercizi di riscaldamento, due passaggi un po’ di croci. Tutto sembra filare liscio come l’olio

Dopo dieci minuti la squadra viene radunata sulla linea dei ventidue, vengono chiamati anche gli infortunati, che solitamente guardano l’allenamento con la birra in mano.

La squadra sabato ha giocato ad Imola. È consuetudine fare una riunione post partita con annessi nuovi obiettivi, cambi di maglia, volontari per montare una tensostruttura…e il solito “bisogna placcare di più”; che nel rugby non manca mai, come le salamelle e il fuorigioco.

Ma questa volta è diverso…il Capitano ci vuole parlare!!!!

Il Capitano? …Ma se non parla mai!

Io continuo con lo stretching. Con la mano destra prendo la caviglia sinistra e cerco di allungare il quadricipite….

Il Capitano si posiziona al centro del gruppo, si leva quell’improponibile caschetto che porta sempre e ci comunica che ha deciso di non voler più coprire questo ruolo….

E che cazzo!!!! Già ho il quadricipite sinistro che non funziona….mi mancava solo la sorpresa delle sue dimissioni.

Sono amico di Cesare, il Nostro Capitano. Più volte mi aveva accennato, tra uno spritz e una birra, a questa sua cazzata delle dimissioni…ma in quelle occasioni mi ero sempre limitato ad ordinare un altro giro di alcool per tutti e due e la sua crisi passava.

Ma stasera il tono della voce è diverso,  l’emozione è più forte, la sua postura e la vibrazione delle sue parole mi fanno subito capire che questa volta sta parlando seriamente. 
Lui da sabato non sarà più il nostro Capitano. 

Le motivazioni sono molte e sinceramente inutili… Farfuglia cose come “Siamo cresciuti ed è giunto il momento di avere un Capitano che sappia gestire la squadra in campo” oppure “ serve un Capitano che capisca il rugby” e infine “serve un Capitano che trascini la squadra”…

Semplicemente non vuole più essere il Capitano.. è stanco e solo lui conosce le vere motivazioni

Ma l’ing. Cesare Zamproni non è diventato il Capitano degli Old Blacks per caso.

Cesare è quello che nel dicembre del 2009 lanciò la prima sfida per una vera partita di rugby…Noi, al tempo,  eravamo ancora indecisi se giocare a touch o a rugby…ne parlavamo, ma la storia di giocare veramente a rugby sembrava lontana, una decisione che rimandavamo sempre.
Ma poi una mattina arrivò a tutti noi una sua email…

Cesare aveva sfidato i Falchetti del Seregno per una partita di Rugby con regole old….e l’email che gli aveva inviato non era proprio gentile…diceva cose del tipo “Finocchi brianzoli verremo a rompervi il culo il 30 gennaio!!!!”

Lui era convinto e noi lo abbiamo seguito…

La sera dell’ultimo allenamento, prima della partita, andammo a cenare al Leon d’Oro; un locale, che si trovava sul Naviglio Grande all’altezza del ponte di Corsico e che oggi si è trasformato in un ristorante cinese.

Al Leon d’Oro la pizza la faceva Antonio, anche lui ex rugbista ed Old Blacks a singhiozzo….ci aspettava sempre dopo l’allenamento, ma quella sera era più sorridente del solito “Ragazzi, sabato ci sono anch’io…gli rompiamo il culo ai brianzoli”.

Seduti al tavolo Cesare iniziò a scrivere la formazione…. La sua prima domanda fu “ ma in quanti cazzo si gioca a Rugby?”.

Antonio, tra una margherita e una impepata di cozze, cercò di spiegare brevemente la differenza tra mischia e tre quarti.

Cesare, da ingegnere impostò immediatamente un grafico che ricordava quello del ferro e carbonio per la produzione degli acciai…più o meno coincideva..
Pilone… Germano, Tallonatore.. Giorgio Palma, Vainer seconda linea, ecc. terminata la mischia passo alla scelta dei tre quarti….Tommasi (se viene) apertura, Bricchi (se viene) estremo, Antonio primo centro e tu Mauro all’ala…....si era dimenticato il secondo centro, ma non era così importante.

Tutto era scritto su una tovaglia di carta di color marroncino vidimata con enormi macchie d’olio piccante…. (quello fu primo documento ufficiale degli OLD BLACKS)

Cesare era lì seduto con le gambe larghe e le mani rivolte in direzione del tavolo….Versò due enormi cucchiaiate di grana padano sulla pizza alla marinara, sollevò il foglio al cielo, guardò tutti negli occhi e disse…”Ragazzi a Seregno si vince !!!! Gli si rompe il culo!!!!”

 Valle, che al tempo era consigliere di una squadra di rugby ed accompagnatore della under 14 e quindi ne capiva più di noi….. Prese la parola e frenò l’esaltazione del gruppo…” Uelà bimbi, ma chi cazzo fa il Capitano? “… 

I presenti si guardarono negli occhi per pochi attimi e la decisione fu unanime.  Sorrisero, annuirono e simultaneamente indirizzarono lo sguardo verso un unico punto della tavolata….Lo spazio occupato da l’ing. Zamproni.

Cesare aveva la bocca piena, stava divorando contemporaneamente tre fette  di pizza, un assaggio della carbonara di Komoz, il vino di Giorgio, la tagliata di Macri, la cotoletta di Fiorello, il limocello di Valle e il cellulare della signora seduta al tavolo accanto. L’olio gli colava dal lato destro del mento..

Il mondo si fermò per alcuni istanti… e poi Valle disse…”UE’..ZAMPRONI.. IL CAPITANO LO FAI TU!!! “.  Tutti approvarono. Molti dei presenti egoisticamente pensarono “al limite il culo glielo rompono a lui quelli del Seregno”…

Cesare impavido sorrise, ingurgitò il tutto e emise un rutto che sollevo la gonna di una giovane cameriera che stava passando con due calzoni in mano……e disse ”Ragazzi a Seregno si vince !!!! Gli si rompe il culo!!!!”

Quella è la sera che l’ingegner Zamproni divenne Cap 76 o Cap Spitz o come cazz@ volete chiamarlo…

Cesare è diventato il Capitano degli OLD BLACKS proprio perché ebbe il coraggio di portare un gruppo di “sparuti genitori” a giocare un’assurda partita di rugby.

Fu in quella notte e soprattutto in quella fantastica mattina del 30 gennaio del 2010 che nacquero veramente gli OLD BLACKS…
 
Lui non si comportò come un semplice Capitano, ma come un Condottiero. Tutti abbiamo creduto in lui e tutti lo abbiamo seguito.

Sono molti gli episodi che si potrebbero raccontare per ricordare quello che Cesare ha fatto per gli Old Blacks. Fu il primo a terminare indenne il Capitano Paf ed anche il primo ad iscriversi alla trasferta spagnola di Gandia, tanti troppi episodi. Non basterebbe un libro intero per ricordarli tutti.

In questi anni è sempre stato presente a tutti gli allenamenti, anche quando la vita lo ha placcato da dietro.
Solo qualche viaggetto a Dubai lo ha allontanato dalla squadra….ma comunque telefonava e rompeva le palle a tutti. “in quanti eravate all’allenamento?” , “qualcuno si è fatto male?”, “ragazzi diamoci dentro”.

Certo anche lui a volte ha pisciato fuori dal vaso. Non è mai stato un grande “lavatore di piatti e pentole” e   ha cappellato alcune email motivazionali…ma questo succede a tutti.

Una cosa però lo ha distinto veramente. In tutti questi anni non ha mai mancato di rispetto a nessuno di noi.

Non ha mai offeso nessuno, anzi ha sempre cercato di mantenere l’armonia nel gruppo e sdrammatizzato le situazioni più pensanti.

Certo non ha mai parlato molto, ma non ce n’era bisogno, tutti hanno sempre intuito il suo pensiero.

Ha sopportato tutti noi, le nostre masturbazioni mentali, il ciclo mestruale di alcuni, le lamentele di altri, il vocione di Omar e tante altre cose….

Ma non è per questi motivi che si dimette. Cesare non si è stancato di rappresentarci.

Se il nostro Capitano ha fatto questa scelta, la sua motivazione può essere una sola. 

CREDE FERMAMENTE CHE, PER CRESCERE, LA SQUADRA ABBIA BISOGNO DI UN’ALTRA PERSONA. 

Io non approvo la sua scelta, ma sono convinto che sia l’ennesimo esempio di rispetto, sacrificio ed amore verso la nostra squadra.

Anche le sue dimissioni sono un gesto che solo un Grande Capitano è capace di fare.

Di Capitani ne avremo altri, ma come ho già scritto sarà difficile avere nuovamente un Condottiero come lui.

Grazie Capitano.



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